28/03/09

BARCELLONA



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Dante

Purgatorio

CANTO XI, vv. 1-117;CANTO XXI vv. 1-136 (da v. 40-66 in sintesi);

CANTO XXII v. 1-75 (da v. 76-93 no),vv. 94-154;CANTO XXIII vv. 22-48 (collegamento tra Forese e Nella al v.87);CANTO XXIV vv. 49-69 (v 1-48 in sintesi); CANTO XXVI; CANTO XXXIII vv. 136-145;


Vittorio Sermonti:
«Uno dei caratteri più emozionanti del Purgatorio sta nel fatto che ha una durata fatta dell' alternarsi dei giorni e delle notti e che questa durata è in qualche modo un negativo della vita. Sospesi alla durata della penitenza, gli spiriti del Purgatorio possono raccontare a Dante che cosa succede a morire. E usano una tenerezza un po' spaurita, un po' adontata, come se ancora patissero lo scandalo di essere morti. Mai, io credo, si sono conosciuti dei morti così vivi come questi personaggi, che sono psicologicamente affini a Dante, e molte volte evocano insieme a lui un passato prossimo». Infatti lungo le balze del Purgatorio Dante incontra molti dei suoi amici di un tempo, molti, come lui, poeti. Che ruolo hanno nel suo cammino?
«Danno una presenza penitenziale all' esperienza dello scrivere poesia. Che è insieme iniziale, transitoria e definitiva, perché l' aver scritto poesia nelle modalità adottate in passato da Dante si risolve e si realizza nella scrittura del poema sacro. Cacciata dalla finestra, insomma, la poesia rientra dalla porta. E cacciarla dalla finestra è per Dante un' esperienza complicatissima e una straordinaria emozione. L' incontro con Forese Donati è cruciale proprio per questo, perché coniuga amicizia, connivenza e esercizio della poesia».
Come cambia il pellegrino Dante nel passaggio dall' Inferno al Purgatorio?
«L' esperienza che Dante fa durante la sua salita è l' esperienza del passaggio tra due eternità: quella insonne dei dannati e quella felice dei beati. Le emozioni di Dante che sbuca sulla spiaggia del Purgatorio la mattina di Pasqua sono proprio le emozioni di chi ha attraversato l' inferno e riscopre qualcosa che ha la violenza e l' evidenza della vita. Questa situazione che è insieme rimpianto della vita, e del corpo, e speranza dell' eternità e del recupero del corpo, non ha uguali nella storia delle letterature».
"(...) Bisogna abbandonarsi, sentire il ronzio, la musica del senso»

Giovanna Nuvoli, Note su Dante personaggio nella Divina Commedia

Paradiso

CANTO I; CANTO II vv. 1-18;CANTO XI; CANTO XII; CANTO XXXIII.


Giuseppe Ledda, La metamorfosi della visione

14/03/09

PASTO FUTURISTA

Due pasti futuristi
Il 12 gennaio 1910 i futuristi sono a Trieste: performance nella prima serata propagandista del movimento, poi tutti al Politeama Rossetti per lo sperimentale cenone sovvertitore di gusti e di abitudini, che cominciava con il dolce e finiva con l'antipasto. Il menu è di Mario Nordio (vd. Guido Botteri e Vito Levi, Il politeama rossetti 1878-1978: un secolo di vita triestina nelle cronache del teatro, Trieste, Editoriale Libraria, 1978, p. 215): "caffè, dolci memorie frappes, frutta dell'avvenire, marmellata di gloriosi defunti, arrosto di mummia con fegatini di professori, insalata archeologica, spezzatino di passato con piselli esplosivi in salsa storica, pesce del mar morto, grumi di sangue in brodo, antipasto di demolizioni, vermouth".
Ma il primo pranzo ufficiale futurista si tenne solo una ventina di anni dopo, l'8 marzo 1931 a Torino alla Taverna Santopalato (nome coniato dallo stesso Marinetti); la lista prevedeva (da: F.T. Marinetti e Fillìa, La cucina futurista, Milano, Longanesi & C., 1986, pp. 94-95):
1. Antipasto intuitivo
2. Brodo solare
3. Tutto riso con vino e birra
4. Aerovivanda tattile, con rumori ed odori
5. Ultravirile
6. Carneplastico
7. Paesaggio alimentare
8. Mare d'Italia
9. Insalata mediterranea
10. Pollofiat
11. Equatore + Polo Nord
12. Dolcelastico
13. Reticolati del cielo
14. Frutti di Italia (composizione simultanea)