http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-cd746187-4367-4964-ab19-0328c5c48f12.html
Il vedere viene prima delle parole. Il bambino guarda e riconosce prima di essere in grado di parlare.
"Ogni cosa comincia con la pelle, la carne, la superficie di quel corpo, l’involucro di quell’anima. Che il corpo sia nudo o vestito, che l’estensione di quella pelle sia delimitata da una frangia di capelli, dalla scollatura di un abito, o dal profilo di un torso o di un fianco, fa poca differenza. L’unica cosa che conta davvero è se il pittore ha, o non ha, oltrepassato la linea di confine di quell’intimità immaginaria al cui limite estremo ha inizio una tenerezza vertiginosa. Ogni cosa comincia con la pelle e con ciò che la delimita. Ed è lì che trova anche la sua completezza.
Quando si disegna qualcosa di vivo – sto pensando a una pianta, un animale o un viso e tralasciando un ponte o un cumulo di pietre, ma si tratta di una distinzione del tutto falsa, perchè sono vivi anch’essi, vivi in modo diverso, sono inanimati ma non morti – ok, quando si disegna qualcosa di vivo, in definitiva si disegnano le tracce di quel che gli è capitato fino al momento in cui hai cominciato a osservarlo, le tracce di come è diventato fisicamente se stesso o, nel caso si tratti di un volto, di come quella faccia, attraverso l’esperienza che si intravede dietro a essa, sia diventata quello che è. Perciò mi sembra che disegnare sia osservare le tracce di come la cosa che si sta guardando sia diventata se stessa. Il che ha naturalmente molto a che vedere con l’argomento di cui stiamo parlando: come si racconta una storia.!
Anteprima del libro di John Berger, Questione di sguardi, Il Saggiatore
IL FILM JONAS CHE AVRA' VENT'ANNI NEL DUEMILA (Alan Tanner, sceneggiatura Berger)
https://youtu.be/0VG0IhpS_1s
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